Abstract: | Gli evangelisti presentano le cause e conseguenze del tradimento di Giuda, dell’abbandono
di Gesù da parte di tutti i suoi Apostoli e del triplice rinnegamento di Pietro. Nel
Vangelo di Marco i tratti negativi sono messi in risalto sullo sfondo delle azioni di altri protagonisti.
La scena dell’unzione di Gesù a Betania (14,3-9) è incorniciata dalla discussione
dei sommi sacerdoti e degli scribi sul modo di arrestare Gesù (14,1-2) e dall’allontanamento
di Giuda da lui (14,10-11). L’allontanamento di uno dei Dodici differisce dalla missione
dei due discepoli inviati a preparare la pasqua, perché è l’unico caso del movimento di un
discepolo senza l’ordine di Gesù (14,12-16). Questo modo di raccontare associa l’azione
del traditore ai tentativi dei suoi avversari e permette di vedere già in questo momento
il tradimento vero e proprio. La promessa di Gesù, fatta ai discepoli sulla via verso il
Monte degli Ulivi, insieme con l’annuncio del rinnegamento di Pietro, è ricordata dal primo
discepolo dopo il compimento della parte negativa dell’annuncio (14,26.31.72). Questo
ricordo spinge dopo la sua risurrezione tutti i discepoli a ritornare in Galilea, dove può
essere ricostruito il rapporto con lui (16,7). Nel Vangelo di Matteo la memoria delle parole
di Gesù distingue la reazione di Pietro, che segue il suo rinnegamento, dal pentimento di Giuda, che tenta da solo ritornare allo stato prima del tradimento (26,75; 27,1-5; 28,16-20).
Questo ritorno senza l’incontro con Gesù è impossibile come dimostra la fine tragica del
traditore, perché il pentimento senza l’avvicinamento al Signore è senza valore per la salvezza
del peccatore. |