Abstrakt: | I problemi degli scritti di San Paolo che mettono in risalto la natura
del concetto di novità nel Nuovo Testamento si potrebbero ridurre al
tema: La nuova creatura. Anche se San Paolo ha usato questa espressione
soltanto due volte (2Kor 5,17; Ga 6,15) nelle sue lettere però spesso si
è interessato di questa problematica. La formulazione, la kaine ktisis — la nuova creatura, l'Apostolo ha
attinto dalla letteratura rabinica (per esempio dal Libro dei Giubilei 1,28;
4,26). L'idea stessa della nuova creatura troviamo anche nell'Antico Testamento,
specialmente negli scritti dei profeti (Iz 43,18—21; 65,17; 66,22;
Jr 31,21n.31n; Ez 36,26). Il pensiero dell' Antico Testamento ha una importanza
essenziale nella dottrina di San Paolo sulla nuova creatura. Nel
suo articolo l'autore si occupa di questo tema nel primo capitolo intitolato:
La dottrina della nuova creatura nel Nuovo Testamento sullo sfondo
del pensiero fuori del Nuovo Testamento.
In seguito l'autore dimostra il ruolo speciale dello Spirito Santo nella
nuova creatura secondo la dottrina di San Paolo. Lo Spirito Santo si
collega strettamente con l'era escatologica: la nuova creatura costituisce
proprio l'inizio di questa era. Perciò sulla persona di Cristo e su tutti gli
uomini uniti con Lui si vede chiaramente l'attività dello Spirito Santo.
Egli è come il principio causale della nuova creatura. Essa si realizza mediante
lo Spirito Santo e consiste essenzialmente nel cambiamento interiore
dell'uomo, ciò che equivale alla remissione dei peccati nel battesimo.
L'attività dello Spirito Santo nella vita del cristiano tende verso la
sua santificazione, cioè verso il raggiungimento della piena salvezza.
L'operare dello Siprito Santo nella nuova creatura è rappresentato dalle
metafore seguenti: i primi doni, l'anticipo, il sigillo.
Il cristiano diventa partecipe della nuova creatura mediante l'unione
con Cristo nella sua morte e risurrezione. Cristo è il principio, il tipo e il
modello della nuova creatura (1 Kor 15,20.23) la quale è strettamente
solidale con Lui. Ciò che differisce essenzialmente la dottrina di San
Paolo dal pensiero veterotestamentale sulla nuova creatura consiste
nell'impostazione cristologica messa in rilievo dall'Apostolo. Il cristocentrismo
nell' idea della nuova creatura costituisce una carateristica specifica
della dottrina paolina al riguardo.
L'unione del cristiano con Cristo crocifisso e risorto si attua nel battesimo
(Rz 6,3n). Per la forza del battesimo l'uomo comincia a vivere nel
Cristo, cioè diventa una nuova creatura (2Kor 5,17). Il nuovo uomo con
la sua nuova vita è il frutto dell'opera salvifica, chiamato anche una
nuova creatura. L'uomo battezzato è la prima nuova creatura in tutto il
cosmo. Durante la parusia del Cristo la nuova creatura raggiungerà la
sua dimensione definitiva che sarà un risultato dell'ultima azione creatrice
di Dio. Sorgerà così il nuovo universo — i nuovi cieli a la nuova
terra (Ap 20,21; 21,1). Questo ultimo atto di Dio-Creatore sarà la piena
realizzazione del disegno della salvezza e la coronazione dell'opera redentrice
fatta da Gesù Cristo, in cui il principio causale è lo Spirito Santo.
San Paolo ha superato il pensiero dell'Antico Testamento a del giudaismo
sul tema della nuova creatura nella sua forma universale che
consiste nella salvezza di tutti e che si realizza tramite la partecipazione
nella morte e nella risurrezione di Gesù Cristo.
La nuova creatura si attua prima nell'uomo battezzato e poi, sulla base
del principio di solidarietà dell'uomo con l'universo, passa anche a tutto
il cosmo.
La novità fondamentale della dottrina paolina sulla nuova creatura
consiste nella sua impostazione cristologica. Insieme con la morte e la
risurrezione di Cristo è entrata nel mondo la nuova creatura. |