Abstrakt: | All’inizio del terzo millennio parlare del continuo divenire, della civiltà
instabile e caotica, del disordine e della mutevolezza di tutte le cose, del
principio della flessibilità e prontezza al nuovo e all’ignoto sembra veramente
banale. Basta il richiamo alla vecchia saggezza di Eraclito (540—480
avanti Cristo) per capire che “tutto scorre” (panta rhei)1, solo che a volte
l’evoluzione prende un ritmo accelerato, il che mette gli uomini in grande
difficoltà di riadattarsi2. In questo caso la filosofia eraclitiana suggerisce di:
1. Sfidare con coraggio i cambiamenti dell’Essere: “Non si può discendere
due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza
mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità
del mutamento si disperde e si raccoglie, viene e va” (Eraclito, 91).
2. Cercare dentro di sé la ragione di vivere, le proprie regole di comportarsi
e il sistema assiologico personale: “Ad ogni uomo è concesso conoscere
se stesso ed essere saggio” (Eraclito, 116). 3. Curare il proprio “fuoco interiore” considerato metaforicamente come
l’energia vitale, la luce e le nuove ispirazioni per andare avanti: “Tutte
le cose sono uno scambio del fuoco, e il fuoco uno scambio di tutte le
cose, come le merci sono uno scambio dell’oro e l’oro uno scambio delle
merci” (Eraclito, 90). |