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Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12128/3894
Title: "Homo faber" degenerato ne "Le mosche del capitale" di Paolo Volponi
Authors: Janusz, Joanna
Keywords: Paolo Volponi; literatura włoska; Le mosche del capitale
Issue Date: 2009
Publisher: Wydawnictwo Uniwersytetu Śląskiego
Citation: K. Wojtynek-Musik, A. Parisi, G. L. Parisi (oprac.), "La sfida eraclitiana nella narrativa italiana postmoderna" (S. 102-118). Katowice : Wydawnictwo Uniwersytetu Śląskiego
Abstract: quanto conseguenza del peccato originale e un segno visibile della condizione sociale inferiore (in effetti, solo i plebei erano costretti a mantenersi con il lavoro delle proprie mani), soltanto con l’avvento dell’industrializzazione ottocentesca fu provvisto di una teorizzazione filosofica. Ciò avvenne grazie alla prima dottrina filosofica del lavoro elaborata da Georg Wilhelm Hegel. Secondo il filosofo tedesco il lavoro aveva carattere universale, oggettivo e astratto ed era anzitutto una mediazione fra l’uomo e il suo mondo, visto che l’uomo, essendo sostanzialmente incapace di soddisfare tutti i propri bisogni con il proprio lavoro, doveva entrare in relazione di dipendenza e di scambio con gli altri1. Sulla stessa scia avrebbe poi continuato la sua riflessione sul significato del lavoro umano anche Karl Marx, deviando tuttavia il pensiero hegeliano e concentrandosi sugli aspetti alienanti del lavoro. Nell’ottica marxista questa attività umana diventò una dura necessità, quasi una fatalità.
URI: http://hdl.handle.net/20.500.12128/3894
ISBN: 9788322619056
Appears in Collections:Książki/rozdziały (W.Hum.)

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