DC pole | Wartość | Język |
dc.contributor.author | Wojtynek-Musik, Krystyna | - |
dc.date.accessioned | 2018-05-23T11:02:50Z | - |
dc.date.available | 2018-05-23T11:02:50Z | - |
dc.date.issued | 2009 | - |
dc.identifier.citation | K. Wojtynek-Musik, A. Parisi, G. L. Parisi (oprac.), "La sfida eraclitiana nella narrativa italiana postmoderna" (S. 201-204). Katowice : Wydawnictwo Uniwersytetu Śląskiego | pl_PL |
dc.identifier.isbn | 9788322619056 | - |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/20.500.12128/3900 | - |
dc.description.abstract | Dopo aver fatto il percorso attraverso alcuni romanzi scritti e pubblicati
a cavallo del XX e XXI secolo, nei tempi cosiddetti postmoderni, certe
conclusioni s’impongono immediatamente. Di fronte alla velocità delle
trasformazioni della realtà politica, economica e sociale l’atteggiamento
‘eraclitiano’ appare assolutamente necessario per proteggere la gente dallo
stato di ansia e di frustrazione duratura. I personaggi letterari esaminati
nel volume, in cui ci sono studenti, impiegati, intellettuali, artisti, emarginati
e pure un ex partigiano, si convincono che il mondo esterno offre
loro, in effetti, poche occasioni di stabilità, carriera o benessere. Anzi, loro
sono costretti a vivere diversi traumi e prove prima di trovare un posto più
soddisfacente nel loro ambiente e qualche valore in modo da resistere ai
cambiamenti della civiltà.
La politica, considerata come campo di battaglia per il bene comune,
delude profondamente e disorienta sia quelli che partecipavano alla lotta
partigiana per un futuro migliore (E. Tichoniuk-Wawrowicz) sia gli entusiasti
delle modificazioni radicali come quelli del Sessantotto (A. Grabara). Le
istituzioni globali non promettono né la sicurezza né il miglioramento economico,
perché, nella loro macrodimensione, il destino degli individui e dei
gruppi locali non significa quasi nulla. Anzi, il singolo si trova schiacciato
dall’immenso meccanismo economico-industriale nei confronti del quale
si rivela un elemento fortuito e facilmente sostituibile (J. Janusz, M. Puto,
W. Kłosek). Il sapere ufficiale, nonostante il suo avanzamento spettacolare,
non è in grado di risolvere i problemi del mondo odierno né spiegare il degli organismi istituzionalizzati e strutturati a seconda delle norme del
profitto e dello sviluppo globale non arriva nessun appoggio agli uomini
della fine del secondo e dell’inizio del terzo millennio. Gli Stati sociali
stanno sulla difensiva e la fede nella solidarietà internazionale risulta utopistica
per il momento. Ogni civiltà si sviluppa comunque secondo il suo
ritmo particolare, quindi: “Non si può discendere due volte nel medesimo
fiume” (Eraclito, 91). Le forme elaborate in passato non sono più funzionali
dopo le loro trasformazioni recenti. | pl_PL |
dc.language.iso | it | pl_PL |
dc.publisher | Wydawnictwo Uniwersytetu Śląskiego | pl_PL |
dc.rights | Uznanie autorstwa-Użycie niekomercyjne-Bez utworów zależnych 3.0 Polska | * |
dc.rights.uri | http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/pl/ | * |
dc.subject | proza włoska 20 wieku | pl_PL |
dc.subject | literatura włoska | pl_PL |
dc.title | Cio che cambia si rinnova | pl_PL |
dc.type | info:eu-repo/semantics/bookPart | pl_PL |
Pojawia się w kolekcji: | Książki/rozdziały (W.Hum.)
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