Abstract: | Questo contributo mette in evidenza la dimensione pratica del dialogo
interreligioso promosso dal Movimento dei Focolari, fondato nel 1943 in Italia da
Chiara Lubich (1920–2008) e presente in oltre 160 paesi. Il suo scopo specifico
è l’unità della famiglia umana (cf. Gv 17, 21) e perciò il dialogo interreligioso
è coesistente alla sua identità. Esso è il frutto della realizzazione nella vita, specie
nelle società multiculturali e multireligiose, del principio cristiano dell’amore del
prossimo (cf. Mt 7,12). Come norma etica fondamentale presentata nella forma della
regola d’oro, esso è conosciuto in tutte le grandi religioni. Riferendosi al principio
dell’amore, il Movimento propone una semplice metodologia del dialogo espressa
nella cosidetta arte di amare, che indica quattro principali norme: amare tutti, amare
per primi, amare come sè, farsi uno. L’arte di amare mette in evidenza la dialettica
dell’amore cristiano, che sta nell’ essere un dono per gli altri. Tale atteggiamento in
genere richiama la reciprocità – condizione indispensabile per raggiungere l’unità.
Il dialogo interreligioso che il Movimento conduce con i fedeli dell’ebrasimo,
dell’islam, dell’induismo e del buddsimo si esprime nelle seguenti dimensioni:
dialogo della vita (nasce dai contatti quotidiani con i fedeli di altre religioni); dialogo
dell’agire (nella collaborazione in diverse sturutture internazionali ed interreligiose);
dialogo degli esperti (tenuto dagli esperti di diverse religioni e tradizioni religiose)
e dialogo delle esperienze religiose (lo scambio delle esperienze di vita secondo
i libri sacri delle rispettive religioni). Tale dinamica del dialogo interreligioso, in
sintonia con l’insegnamento conciliare espresso nel documento Nostra aetate,
preserva dal sincretismo, porta alla scoperta delle radici della propria religione, ed
anche di tutto ciò che la lega alle altre religioni e di conseguenza all’esperienza della
fraternità universale. |