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Zastosuj identyfikator do podlinkowania lub zacytowania tej pozycji: http://hdl.handle.net/20.500.12128/1525
Tytuł: Destino dell'anima nella dottrina di Eraclito e di Arnobio
Autor: Kucz, Anna
Słowa kluczowe: dusza; Heraklit; Arnobio
Data wydania: 2007
Źródło: Scripta Classcia, Vol. 4 (2007), s. 18-25
Abstrakt: Le opinioni sulla natura dell’anima sono varie: “[...] questi crede infatti che le anime sono immortali e sopravvivono quindi dopo la morte del corpo, quello non crede che le anime sopravvivano ma che muoiano col corpo stesso; il parere d’un altro è che non soffrano niente immediatamente, ma, deposto il corpo umano, venga loro concessa un po’ di vita e poi ricadano sotto la legge della mortalità” 1. Queste opinioni contrastanti vengono espresse sull’argomento dell’elemento (im)mortale che vivifica il corpo umano e lo abbandona nel momento della sua morte. Nell’antichità c’erano le persone, tra cui i pagani e i cristiani, che diffondevano la tesi, secondo la quale l'anima dell'uomo è immortale. Se l’opinione di un pagano, sostenente la mortalità dell’anima è comprensibile, la stessa opinione nella bocca di un cristiano stupisce fortemente. Secondo molti esiste un abisso tra quello che è classico (ma non cristiano) e quello che è cristiano, ma anche è vero, che le opinioni analoghe in diversi questioni fondamentali, costituiscono il ponte che leghi i due mondi. Il filo conduttore che unisce Eraclito ed Arnobio è la convinzione che l’anima è mortale. A tale conclusione potrebbe arrivare un lettore che aveva eseguito un’interpretazione poco attenta nei confronti di Eraclito e di Arnobio sull’argomento della destinazione dell'anima.
URI: http://hdl.handle.net/20.500.12128/1525
ISSN: 1732-3509
Pojawia się w kolekcji:Artykuły (W.Hum.)

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